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Un pezzettino di Umbria….

L’Umbria, molto spesso definita il cuore verde dell’Italia, è una regione incantevole e ancora poco conosciuta, ma che pian piano si sta riscoprendo.

Io parto da qui, dalla regione in cui sono nata e vissuta fino a 19 anni e dove torno appena posso, per godermi un pò di pace e mangiare da paura.

Per un week end lungo all’insegna del relax e del buon gusto, vi riporto qualche posticino da vedere e delle piccole curiosità ad essi legate. Ovviamente non mancheranno ottimi ristoranti in cui mangiare piatti tipici e non, e vini autoctoni che si stanno riscoprendo.

Avete voglia di una scarica adrenalinica? Allora ho quello che fa per voi….

Se passate da queste parti, il Rafting alle Cascate delle Marmore è quello che ci vuole!!!!!

Un’esperienza unica e indimenticabile che permette a chi lo vorrà di scendere le rapide del fiume Nera per circa tre chilometri in gommone!!!!!

Gli ingegneri Romani nel 271 a.C. deviarono il corso del fiume Velino realizzando un salto di 165m nel fiume Nera, dando origine a quelle che oggi sono le cascate più alte d’Europa.

La  leggenda narra di una Ninfa di nome Nera innamorata di un giovane pastore, Velino. Vista l’impossibilità di amarsi, Nera fu trasformata da Giunone in Fiume e Velino, pensando che la sua amata stesse annegando, si gettò dalla rupe e fu trasformato in acqua da Giove per evitargli morte certa.

Oltre al rafting, è possibile percorrere alcuni sentieri di diverse difficoltà per poter ammirare la cascata dall’alto (https://www.cascatadellemarmore.info/)

A Gubbio, nel periodo di Natale si può ammirare l’albero più grande del mondo. L’albero conta circa 260 luci colorate di verde che disegnano sul Monte Ingino la sagoma del gigantesco albero di Natale. Per la sua imponenza, nel 1991 è entrato a far parte del libro dei Guinnes dei Primati.

L’albero è realizzato da un gruppo di volontari, chiamati “alberaioli”, che realizzano quest’opera gratuitamente per celebrare il Natale attraverso un simbolo di amicizia e fratellanza. Si puo’ anche adottare una luce dell’albero al costo di 10 euro e dedicarla a chi si vuole (http://adottaunaluce.dotstage.net/).

A Gubbio, inoltre, si trova la Fontana dei Matti: se giri attorno a questa fontana per tre volte, si ottiene la patente del matto 😊

Foligno, è “il centro del mondo”. Infatti, questa cittadina umbra si trova al “CENTRO” della penisola italiana, che si trova al “CENTRO” del Mediterraneo, che era considerato il “CENTRO” dell’Europa nell’antichità e il “CENTRO” del Mondo conosciuto. In particolare, la “centralità” di Foligno si identifica nel birillo “centrale” del biliardo “centrale” dello storico “Caffe’ Sassovivo”. Purtroppo quel bar non c’è più e neanche il birillo, ma “lu centro de lu munnu” rimane sempre qui….

Ogni anno a Spoleto c’è il Festival dei due mondi: una delle maggiori rassegne culturali e artistiche internazionali, che si snoda in un percorso lungo 17 giorni fatto di opera, musica, danza, teatro, arte ed eventi. Gli spettacoli si svolgono nel Teatro Romano di Spoleto che sorge all’interno delle mura cittadine e al suo interno si trova anche il museo archeologico.

Spoleto è anche una DOC ed il vitigno della denominazione è il Trebbiano spoletino. Quest’ultimo è molto diverso dal trebbiano toscano, dal trebbiano di Soave o dal trebbiano abruzzese, è un’uva che produce vini dai profumi freschi ed eleganti, con note fruttate, cenni tropicali, una buona complessità espressiva e una vibrante acidità. E’ stato riscoperto da una decina di anni e gli ettari vitati di questa DOC sono ancora pochi, ma è un vitigno autoctono e la sua finezza aromatica, complessità e capacità di invecchiamento lo rendono interessante, e molte cantine stanno già dando delle loro chiavi interpretative. Da degustare assolutamente!!!

Molte leggende in Umbria sono incentrate sulla figura del diavolo. Infatti si dice che Lucifero, quando venne cacciato dal Paradiso venne a sedersi, cadendo, vicino a Orvieto. Il luogo è indicato come “Culata del diavolo”.

A parte il diavolo e dove esso è caduto, Orvieto sicuramente merita di essere visitata.

Il pozzo di San patrizio è decisamente suggestivo e il Duomo lascia senza parole.

La strada del Sagrantino è un’altra tappa imperdibile in Umbria. Prima perché collega cinque paesi carinissimi: Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Castel Ritaldi, e poi perché ci si deve necessariamente fermare in una delle cantine e degustare il super autoctono Sagrantino di Montefalco.

La storia del Sagrantino è ancora avvolta nel mistero. La leggenda narra che Federico II di Svevia, a Montefalco, abbia curato il suo falco sacro con il Sagrantino, da qui la credenza delle proprietà curative di quest’uva. Fino gli anni ’50 il Sagrantino passito veniva sbattuto nello zabaione e dato, come ricostituente, ai bambini convalescenti da malattie infettive.

Il Sagrantino è il protagonista di queste terre. È un vino complicato, che necessita di tempo per dare le sue note migliori. Infatti, come previsto dal disciplinare, ha necessità di almeno 30 mesi di invecchiamento, di cui 12 in legno, prima di essere commercializzato. E’ un vino complesso e molto strutturato che va abbinato a piatti importanti, come cacciagione in umido, stracotti o i palombacci alla todina.

E per finire non posso che parlare del Pane sciapo e del Pampepato ternano, due pilastri della tradizione ternana.

Ma come è nato il pane sciapo? Si dice che lo stato pontificio aveva applicato una pesantissima tassa sul sale. I fornai ternani per protesta decisero di preparare un pane senza sale. Ed è così che, da un rimedio nei confronti dell’avidità dei ricchi, nasce un pane che è conosciuto e apprezzato in tutta Italia, e che si sposa alla perfezione con i cibi saporiti umbri e con i formaggi e i salumi.

Il Pampepato ternano è un dolce tipico natalizio.

Fatto in casa, regalato, comprato, questo dolce è sempre presente sulla tavola di Natale di ogni famiglia ternana e la tradizione vuole che se ne lasci uno fino alla Pasqua.

È un dolce tradizionale e non c’è un procedimento unico da seguire… ma ogni ingrediente va aggiunto “a occhio” come dice mia mamma…. Ma sicuramente due ingredienti che non possono mancare sono il mosto cotto e il pepe nero.

Ha origini antichissime e finalmente da pochissimi giorni ha anche il marchio IGP della comunità europea. E’ il primo dolce in Umbria che ha ottenuto questo riconoscimento…. (orgogliosissima di questo)

DOVE MANGIARE E/O BERE

In Umbria ci sono tantissimi agriturismi, ristoranti, osterie, cantine dove poter degustare prodotti tipici e non. Io ve ne riporto solo alcuni, che ho potuto provare:

JOHN’S RESTAURANT: a pochi passi da Todi. Si mangia benissimo e i suoi piatti sono un perfetto connubio tra cucina tradizionale, con una nota di innovazione, e qualche sfumatura irish del suo chef.

OSTERIA DA OSCAR: a Bevagna! Anche qui innovazione e tradizione sono un connubio perfetto. Quest’anno è menzionato anche nella guida Michelin 2020.

RELAIS TODINI: qui andrei anche solo per la location e per godermi il paesaggio circostante. Il Ristorante, L’altro Relais, è un perfetto mix di tradizione italiana e del gusto esotico delle cucine orientali.

VISITA E PRANZO ALL’OSTERIA VITALONGA: a Ficulle, vicino ad Orvieto. Confina con il Lazio da una parte e con la Toscana dall’altra. La cucina è di confine e sposa alla perfezione i vini prodotti dall’Omonima cantina.

Vi consiglio di provare il vino Phiculle (prodotto con varietà Cabernet Sauvignon e Sangiovese), lo adoro!!!!

DECUGNANO DEI BARBI: premetto che qui non ho mangiato, non mi sono fermata neanche per un soggiorno nella Villa, ma prima o poi lo farò perché sembra di essere in un luogo incantato. Sono passata solo per provare i loro vini. Il panorama è mozzafiato, circondato dalle colline orvietane. Ho scoperto che sono stati i primi a produrre il metodo classico in Umbria (nel 1978). Sono entrata nella cantina e mi sono presa una bottiglia di brut millesimato del 2015 perché ero curiosa, dovevo provarlo…..

Sono rimasta incantata! Bravi! Ci tornerò portando via con me anche qualche bottiglia di metodo classico!!!

TAVERNA DEL TORCHIO: è un piccolo ristorante nel cuore di San Gemini, dove si possono degustare degli ottimi piatti tradizionali come lo spezzatino di cinghiale e le ciriole. Poi per smaltire fatevi una bella passeggiatine tra le “viette” del paese.

Ci sono ancora tante tante cose da dire sull’Umbria….. ma ve ne parlerò più avanti!!!!

Ci sei mai stato in Umbria? scrivilo nei commenti o nei social utilizzando #ciseimaistato

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